Conoscenza ed attitudine delle popolazioni siciliane verso i rapaci: risultati del sondaggio
Pubblichiamo i risultati di un sondaggio condotto recentemente nell’ambito dell’azione D.3. Il sondaggio, effettuato lo scorso febbraio, è stato condotto dall’Istituto Piepoli, una delle società leader in Italia nei rilevamenti demoscopici. Il sondaggio aveva l’obiettivo di acquisire informazioni sul livello di conoscenza dei rapaci di interesse del progetto e l’atteggiamento verso le stesse, nonché il livello di conoscenza, tra gli altri, della Rete Natura 2000.
I risultati che seguono sono riferiti ad un sondaggio qualitativo effettuato su un campione di 700 intervistati, contattati tramite metodologia CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing).
Un quarto della popolazione siciliana è consapevole che alcune specie animali rischiano l’estinzione soprattutto per quanto riguarda falchi, aquile e avvoltoi (il 39% della popolazione li considera a rischio). Il sondaggio evidenzia anche la consapevolezza quasi unanime che questi animali devono essere tutelati e che sono utili per mantenere l’equilibrio dell’ecosistema. Inoltre, quasi 5 intervistati su 10 affermano che non vengono prese misure sufficienti per tutelare questi animali.
Il 29% conosce almeno una delle tre specie in oggetto di studio, in ordine di citazione sono: Falco Lanario, Aquila di Bonelli e Capovaccaio.
Le principali minacce per la sopravvivenza e diffusione di aquile/falchi/avvoltoi nelle opinioni degli intervistati sono: «bracconaggio con armi da fuoco» (75% delle citazioni totali), «furto di uova o pulcini» (52%) e «diffusione di esche avvelenate» (49%). Le attività outdoor possono disturbare il momento dell’accoppiamento per il 45% degli intervistati, il 31% non le considera come elemento di disturbo mentre il 24% non esprime un’opinione.
Circa 8 intervistati su 10 conoscono i parchi/aree protette della regione Sicilia, i più citati sono il Parco delle Madonie (30%), il Parco dell’Etna (24%) e il parco di Nebrodi (21%).
Spostando l’attenzione sui progetti o sulle aree protette solo il 5% dice di conoscere la Rete Natura 2000.
Il 13% dichiara di aver sentito parlare del progetto ConRaSi, soprattutto in televisione, e circa il 15% è a conoscenza degli investimenti Europei per la conservazione di ambienti naturali e specie animali e vegetali.
In definitiva, il progetto ConRaSi mostra di poter lavorare su una buona base di favore tra la popolazione per le attività e i progetti che porta avanti, poiché il tema della tutela di aquile, falchi e avvoltoi è sentito ed è elevata la consapevolezza dell’importanza di questi animali per l’ambiente. Sarà però importante incrementare la conoscenza dei rischi che corrono i rapaci, così come rendere più specifiche e mirate le opinioni circa le migliori azioni per conseguire l’obiettivo della tutela delle specie.
Il rapporto completo relativo al sondaggio quantitativo è disponibile qua.
Il sondaggio ha anche previsto un approfondimento qualitativo, rivolto a 6 categorie sociali, o stakeholder, che hanno un interesse specifico nei temi trattati dal progetto.
In generale, emerge una percezione della presenza in Sicilia di un ambiente eterogeneo, ricco dal punto di vista naturalistico. I partecipanti all’indagine citano i nomi di svariati rapaci che vivono in Sicilia, generalmente i più comuni, diffusi e numerosi. Quando ci si riferisce alle tre specie protette (Aquila di Bonelli, Capovaccaio e Falco Lanario), però, il livello di conoscenza cala: solo una minoranza è conscia dell’esistenza di tutte e tre ed è in grado di entrare nel dettaglio in relazione alle loro abitudini.
L’Aquila di Bonelli è la specie menzionata dalla maggioranza, mentre il Capovaccaio e il Falco Lanario sono noti in misura minore ai nostri intervistati.
La Rete Natura 2000 è conosciuta dai target più vicini al mondo della natura in senso lato, mentre chi è più lontano non entra nel merito della questione. La conoscenza del progetto LIFE ConRaSi rispecchia i risultati riguardanti la Rete Natura 2000: è infatti maggiormente conosciuto dai target Aree protette, veterinari dei CRFS e Enti territoriali (a volte già coinvolti nelle fasi introduttive del progetto).
La valutazione globale del progetto è molto positiva, ma presenta delle lievi sfumature di scetticismo riguardanti principalmente una corretta distribuzione dei fondi europei.
Il rapporto completo relativo al sondaggio qualitativo è disponibile qua.