Notizie dai campi di sorveglianza
I due campi sono situati in aree molto distanti tra loro: il campo 1 è in un territorio non lontano dalla costa tirrenica, caratterizzato da pareti imponenti di natura calcarea all’interno di un comprensorio molto urbanizzato, il secondo invece è localizzato in un’area interna della Sicilia, caratterizzata da pascoli e coltivazioni estensive a perdita d’occhio, dove piccoli rilievi affioranti offrono modeste pareti per la nidificazione.
In comune i due nidi hanno la difficoltà di osservazione del loro interno, dovuta alla conformazione della parete, alla presenza di arbusti sulla parte esposta e, soprattutto per il campo 1, la grossa differenza di altezza tra nido e punto di osservazione. Ciò ha impedito di vedere bene i pulli, o non vederli affatto, fino a pochi giorni fa. Solo oggi al campo 2 si è avuta la certezza che i piccoli sono due (!) mentre ancora al campo 1 questo dato è ancora incerto. L’elevata attività di alimentazione, le prolungate azioni nel nido e il frequente apporto di prede facevano pensare per tutti e due i siti a due fratellini e nel primo caso ci abbiamo azzeccato, speriamo di averci visto giusto anche per il secondo!
Entrando nel dettaglio dei singoli campi, in cui abbiamo constatato comportamenti molto differenti tra le due coppie di aquile, ecco alcune note.
Campo 1
I primi giorni di campo sono stati caratterizzati da una permanenza al nido della femmina, interrotta solo da sporadiche uscite tanto per sgranchirsi un po’ lasciando al maschio le attività di caccia. Dopo circa venti giorni sia il maschio che la femmina hanno iniziato a lavorare in tandem per procacciare il cibo alla prole (il dato certo sui pulli ancora non c’è). Una caratteristica quasi inedita che è stata osservata ormai da una decina di giorni, è la quasi regolare alternanza di maschio e femmina nell’ingresso al nido, accentuata dalla particolare conformazione dello stesso, il cui ingresso, posto su una nicchia, non permette la compresenza di entrambi i genitori dentro il nido, per cui spesso uno dei due “aspetta” l’uscita dell’altro prima entrare, rendendo se si vuole la scena anche divertente. A movimentare la sorveglianza c’è il passo migratorio, che in questi giorni ha registrato tra gli altri il sorvolo di decine di pecchiaioli, nibbi bruni, falchi di palude e albanelle, spesso “scortati” dalle aquile durante il passaggio sul loro territorio.
Campo 2
Come al campo 1, e forse ancor di più, la permanenza della femmina al nido è stato l’elemento caratterizzante del primo mese di osservazioni. Il sussistere di temperature piuttosto basse anche nelle parti centrali del giorno e la scarsa capacità di termoregolazione dei piccoli è stato compensato dalla presenza della femmina dentro il nido, talvolta quasi come se covasse. Pochissimi voli e brevissime pause fuori dal nido per lei, mentre il maschio si occupava, della caccia. Improvvisamente, dal 25 aprile, con l’alzarsi deciso delle temperature, anche la femmina ha iniziato a uscire dal nido assentandosi anche per delle ore insieme al partner. I pulli, di cui solo da poche ore si è potuto stabilire con certezza il numero, si sono visti sempre poco e male a causa della natura del nido, con una parte interna molto profonda entro cui anche la madre, una volta dentro, sparisce completamente. Tra le curiosità, uno dei pasti portati al nido durante queste settimane è stato un airone guardabuoi!