Attività di monitoraggio e di recupero delle Aquile Di Bonelli dotate di trasmettitore GPS
Gli esemplari equipaggiati con trasmettitori GPS/GSM durante le annuali campagne di marcatura sono stati 39. Il monitoraggio svolto e la conseguente analisi dei dati hanno fornito non solo informazioni significative sulle preferenze ambientali e gli spostamenti dei giovani rapaci, ma anche chiarimenti importanti sulle maggiori cause di mortalità della specie.
L’analisi dei dati svolta dalla dr. Stefania Merlino dell’equipe ConRaSi, raccolti in una relazione sul recupero delle aquile equipaggiate con GPS durante i cinque anni del progetto, ha fatto emergere tra le cause di morte l’elettrocuzione e il bracconaggio, come ci si attendeva. Ai quali va però aggiunto l’annegamento nelle cisterne per la raccolta dell’acqua, strutture presenti in gran numero sul territorio siciliano.
Le aquile di Bonelli si portano infatti in prossimità delle cisterne per abbeverarsi e per predare piccioni e colombacci, che in mancanza di risorse trofiche elettive occupano un ruolo primario all’interno della dieta dell’Aquila di Bonelli: la mancanza di appigli impedisce la risalita degli esemplari che muore per annegamento. Una morte avvenuta recentemente per due giovani esemplari ma scongiurata in altrettanti casi proprio grazie ai trasmettitori GPS, che, segnalando l’inattività dell’animale, hanno indotto un intervento tempestivo del team di progetto che ha permesso di salvare i rapaci.
Su questo specifico aspetto, le informazioni ottenute dalle attività di recupero hanno mostrato ancora una volta la necessità di interventi tempestivi, per esempio l’eliminazione delle barriere che impediscono la risalita degli animali dalle cisterne o la predisposizione di zattere o di piattaforme di ancoraggio.
Infine i dati di mancata o scarsa attività di spostamenti hanno portato anche ad interventi positivi sul campo, evidenziando più volte come gli individui si trovassero in territori con abbondanza di cibo a disposizione.